Artista autodidatta formatosi tramite un’intensa esperienza di “urban exploration” nelle principali città europee e americane.
Con il suo lavoro su tela degli ultimi anni ha esplorato molteplici soggetti mutuati dal folklore tipico dei graffiti: dai collages che riproducono gli strati e le texture dei muri delle nostre città fino alla serie di ritratti dal sapore psichedelico e pop chiamata “Cool Portraits”; dalle immagini spaziali ispirate alla fantascienza che diventano sempre più astratte, fino all’estetica cruda delle periferie e dei paesaggi ferroviari, sulla quale la sua ricerca si sofferma, cercando di descrivere quelle “terre di nessuno” situate ai confini urbani.
Vive e lavora a Pisa.
“Sono appunto i paesaggi industriali, urbani, i tunnel, le infrastrutture e le aree ferroviarie alcuni dei temi che entrano a far parte dell’immaginario dell’artista. Catturati in tratti rapidi, vertiginosi e sfuggenti e passaggi cromatici di grande impatto, essi restituiscono ora la frenesia, ora l’asetticità della vita contemporanea, accanto allo scarto che parla dell’abbandono, e pertanto, portavoce dell’alienazione della figura umana. La complessità dei meccanismi urbani, la dialettica centro/periferia e i fenomeni di decentramento che ridisegnano costantemente la geografia del territorio, sono espressi dalla stratificazione dei segni comunicativi, e, sebbene manchino tracce identitarie che alludano direttamente all’uomo e ai suoi umori, a parlare della storia collettiva in maniera ancora più pregnante è la sola cultura materiale. E il sistema di segni scelti dall’artista riesce a farlo in maniera singolare collocando la trama del racconto in una dimensione nuova o altra dove passato e ipotetico futuro finiscono per coincidere”
Giuliana Schiavone, critico e curatore d’arte.